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Contro il muro di cinta
-Lasciatemi il tempo di contare le stelle- disse il condannato
-Sono troppe, non c'è tempo e tu devi morire- rispose il boia
-Non può essere giusto morire, con tutte queste stelle, boia-
-E' giusto, invece. Lo ha deciso un giudice- replicò quello
-Ma ingiusto è il mondo che non mi diede scelta- protestò il condannato
-Il mondo non ha nulla che non va: gira ogni giorno in perfetto orario!-
Il condannato sospirò.
-E tutto quello che non va lo spariamo contro questo muro di cinta-
aggiunse il boia, sogghignando
-E allora, lasciami il tempo di contare le ingiustizie-
-Questa poi!- rise di gusto la guardia
-Non le avete fatte fuori quasi tutte, tu e il giudice?- riprese il condannato
Il boia restò in silenzio. Infine, farfugliò: -...Va bene-
Il condannato, con i polsi stretti, alzò la testa
e cominciò a contare.
L'alba arrivò da oriente
e l'uomo era ancora lì che contava
E il boia, assonnato, chiedeva -Hai finito?-
-No, boia. Mancano ancora gli sfratti, la miseria, lo sfruttamento... la fame-
-Ancora?!- si lagnò il boia
-Boia, le pare che il suo giudice abbia mai condannato una di queste ingiustizie?-
-Mmh... non mi risulta-
-Le hanno mai ordinato di sparare alla fame e allo sfruttamento, boia?!- chiese l'uomo con i polsi stretti
-No-
-E allora, abbia pazienza, e mi lasci contare-
Contro il muro di cinta ogni notte
le stelle impallidirono
a quella terribile conta.
E ancora un condannato, con i polsi legati, e il volto alla luna
urla contro un muro di cinta le ingiustizie di cui non si cura la giustizia.
E generazioni di boia nascono e muoiono, senza che quella conta
abbia fine, e
senza che il condannato
chini la testa.
(Nadezda Nim)
Foto: dal videoclip di “Làgrimas de rabia” della band Boikot (Alberto Pla, 2011)