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I messaggeri di Hel
Il sole rovista tra l'erba, gli scheletri degli alberi,
i rifiuti e i nidi delle gazze
Rammendo le ali
dei messaggeri di Hel
Da est il vento
scompiglia il bucato
e disfa la traiettoria
dei corvi
L'altrove è una linea così sottile
dove la terra si mischia col mare
dove il sole cade
senza sfaldarsi
L'altrove, cui orientiamo la prua
senza avere ancore o porti
ma solo caverne rocciose
e astri senza nome
Sono dei senzatetto,
dei naufraghi e degli esiliati,
le stelle
Il patrimonio errabondo
di quelli che muoiono
d'acqua e di terra
di freddo e di distacco,
di lotta di classe
travestita da sciagura o da destino.
Su navi di unghie
osarono sfidare
l'inverno o la fame
Anche l'ade
non ha più posti di terza classe
Finchè palpiterete
al ritmo del fucile del più ricco
e della borsa del più forte,
la tela sofferta delle nostre esistenze
verrà sfilata ogni notte
e consegnata alle mani rapaci
del niente
Mille e una volta
resisteremo
Non abbiamo scelta
È nostra la pelle
del tamburo della guerra
(Nadezda Nim)
Foto: AFP, Naufragio di Cutro