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L'indirizzo delle cose
Dimentica
L’indirizzo delle cose
Viviamo sui tetti e non abbiamo più porte
Un gatto ci porta fili di mare
per non farci morire di fame
E falci di luna
nuvole a forma di pane
Le finestre sono occhi spalancati
Dimentica
I nostri nomi
Non siamo nessuno e non abbiamo più niente
Il vento soffia via le nostre parole
per farle sopravvivere
E le ferite
e le spine che ci spuntano sulle braccia
Le bocche sono fucili spalancati
Dimentica
La strada per tornare a casa
Hanno chiuso i confini dei mondi
lavorando ai ferri i capelli del bosco
Un fiume ci porta il ricordo del mare
perché ci sia concesso piangere
E conchiglie piatte
e mani vuote di sirene
Le stelle sono fitte nel costato
Ricorda
Sulla punta delle dita
crescono le armi ruvide
degli oppressi
(Nadezda Nim)
Foto:
Displaced Palestinians in Rafah in the southern Gaza Strip carry their belongings as they leave following an evacuation order by the Israeli military -/AFP via Getty Images