L'ultima tela di Penelope

Quando si asciugheranno tutte le lacrime
tornerai
Avrai la voce rotta
del mare
la tenerezza dell'alba
E una sola parola,
aperta come un palmo
Quando il vento avrà scavato tutte le memorie
farai ritorno
dall'ultima insenatura rimasta
Porterai da bere alla sorgente
disseccata
Verrai disarmato
Avrò deposto la mia opacità
sotto l'ultima eclisse
Quando si sarà spenta l'eco di tutte le sillabe
ritornerai
in cerca della mia voce
Forse la chiamerai
anche sotto i sassi
sul fondo del fiume
Verrai senza paura e senza rabbia
Quando si saranno spente ad una ad una le stelle
sarai di ritorno
Avrai dita senza spine
e al collo solo il vento
nessuna catena di accuse
e di colpe
Porterai il tramonto tra i denti
e una pizza fredda
Mi chiamerai con
voce limpida di sorriso
Come se il mio nome fosse
bello
Quando tornerai
sarò una radice di cardo
Avrò percorso a piedi nudi
la strada da cui non si fa
ritorno
E nulla di me
[nemmeno un dito]
sarà rimasto

(Nadezda Nim)

Foto: Ugo Pellis, Il telaio